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GIANMARCO CAVAGNINO

is the creative responsible of the society. He’s an architect and a designer, graduated at Polytechnic University Turin, and he has a master at domus academy in communication and design. During his career he designed hotels in Saint Petersburg, Venice, Portofino, Palermo, Garda lake, Val d’Aosta and Val Gardena, France and Ukraine, residential and industrial buildings, offices and shops in London, Paris, Riga, Kiev, Dubai, Fortaleza, Lugano, Rome, Florence, Milan, Tuscany, Piedmont and Sardinia and he develops communication projects for companies all over the world. He achieved different prizes and awards and he still works with his team searching for new challenges every day.

GIANMARCO CAVAGNINO

is the creative responsible of the society. He’s an architect and a designer, graduated at Polytechnic University Turin, and he has a master at domus academy in communication and design. During his career he designed hotels in Saint Petersburg, Venice, Portofino, Palermo, Garda lake, Val d’Aosta and Val Gardena, France and Ukraine, residential and industrial buildings, offices and shops in London, Paris, Riga, Kiev, Dubai, Fortaleza, Lugano, Rome, Florence, Milan, Tuscany, Piedmont and Sardinia and he develops communication projects for companies all over the world. He achieved different prizes and awards and he still works with his team searching for new challenges every day.

"Vorrei vedere la gente fremere d’amore intellettuale di dio, lavorare con piacere, fabbricare giocattoli appassionanti, sciare ardita sulle coste dei monti, nuotare a farfalla lungo le coste dei mari; sentirla cantare inni di elementare grazia e potenza, avendo per inno nazionale un “inno alla mortalità” in cui si esprimesse la rassegnazione a questo sgradevole aspetto della vita, e la contentezza di potere intanto produrre affetti e odi sereni, begli edifici, dolci macchine lisce come l’olio, istituti severi e soavi, e quell’onestaÌ nel fare e non fare che (quando c’é) cancella la paura e perfino il rimpianto di non sopravvivere per sempre"

Luigi Meneghello

"Vorrei vedere la gente fremere d’amore intellettuale di dio, lavorare con piacere, fabbricare giocattoli appassionanti, sciare ardita sulle coste dei monti, nuotare a farfalla lungo le coste dei mari; sentirla cantare inni di elementare grazia e potenza, avendo per inno nazionale un “inno alla mortalità” in cui si esprimesse la rassegnazione a questo sgradevole aspetto della vita, e la contentezza di potere intanto produrre affetti e odi sereni, begli edifici, dolci macchine lisce come l’olio, istituti severi e soavi, e quell’onestaÌ nel fare e non fare che (quando c’é) cancella la paura e perfino il rimpianto di non sopravvivere per sempre"

Luigi Meneghello